“Ridde selvagge” alla finestra: letteratura per l’infanzia e bisogno di evasione

Di porte a vetri, bifore e lucernari

Arroccati alle finestre come cecchini, poeti in cerca di ispirazione o vicini di casa con manie voyeuristiche, l’isolamento casalingo ci sta portando a riempire di nuovi significati le azioni quotidiane, prima tra tutte, appunto, la contemplazione alla finestra

Ora che frequentare un parco pubblico è diventata l’ultima frontiera degli sport estremi, stare alla finestra è quel che di meglio ci si può permettere per godere del fuori, e per arricchirne l’immaginario, ci si serve della letteratura e dell’arte: fioccano sui social le finestre di Hopper a testimoniare la solitudine e l’attesa condivise, o l’iniziativa della pagina Facebook Didatticarte di pubblicare ogni giorno un dipinto diverso che ritragga tale elemento architettonico. Tra atelier di pittura, nobili arredamenti e personaggi assorti nella lettura, spicca un bambino intento a rubare un grappolo d’uva dietro una grata, opera di Lazzaro Pasini. 

Varie vedute di finestre realizzate dell'artista Edward Hopper.

Quello dei bambini alla finestra è anche un topos ricorrente nella letteratura per l’infanzia, di cui si ha un repertorio esplicito negli gli albi illustrati: partendo da un autore “classico” come Maurice Sendak, la finestra si ritrova in bella vista nella camera di Max, protagonista del celeberrimo Nel paese dei mostri selvaggi (1963), dalla quale spuntano un cielo notturno e la luna, ma anche in Outside over there (1981), altro albo dello stesso autore, non tradotto in italiano, dove la giovane protagonista Ida assiste inconsapevole al rapimento della sorellina in fasce da parte di alcuni Goblin in fuga dalla finestra.

Di qualche anno dopo è Cane blu di Nadja (1989), dove una bambina di nome Carlotta diventa amica di uno strano cane dal pelo blu conosciuto dalla finestra della sua camera.

In Giorno di neve di Komako Sakai (2006), un piccolo coniglio si sveglia e trova la città ricoperta di neve; la scuola è chiusa e l’istinto principale è quello di correre fuori ma, insieme alla mamma, scopre sul balcone il piacere di quel silenzio ovattato e della sensazione di essere gli unici sulla terra.

"Outside over there" di M. Sendak.
Outside over there” di M. Sendak.

Ultimo, non certo per importanza, è il romanzo La storia di Mina di David Almond (2011), scritto sotto forma di diario dal punto di vista della protagonista, Mina, che adora la notte e che impiega solo sette versi, dall’inizio della storia, per affacciarsi alla finestra della sua stanza e ammirare con stupore la luna piena.

Tra i significati rintracciabili dietro all’immagine del bambino alla finestra, ve ne sono forse due, uno letterale e uno metaforico, in grado di offrire una chiave di lettura attuale al corpus variegato della letteratura per l’infanzia – la quale è, come potrebbe tuonare l’avviso pubblicitario di una qualunque affidabilissima impresa familiare, “Da più di due secoli, al servizio dei bambini e delle bambine di tutto il mondo!”. 

Gabbie dorate vista mare

La prima interpretazione del letterario “bambino alla finestra” trova un riscontro didascalico nella condizione infantile quotidiana, ben prima dei tempi del (nuovo)coronavirus.

Dalla “scopertadel bambino di fine ‘800, l’infanzia è stata oggetto di una sempre maggiore attenzione da parte del mondo adulto, che è sfociata talvolta (almeno nel mondo occidentale benestante) in tendenze di ipercontrollo del tempo infantile.

"Cane blu" di Nadja.
Cane blu” di Nadja.

Una ricerca in ambito sociologico del 2003 (Colozzi, Giovannini) ha evidenziato la crescente e diffusa preoccupazione degli adulti nei confronti del “tempo non protetto” che bambini e adolescenti trascorrono tra loro, ovvero del tempo passato senza la diretta sorveglianza di un adulto: la preoccupazione è che tale tempo si possa facilmente trasformare in trasgressione, delinquenza, droga, precocità sessuale e altri scenari catastrofici.

Tuttavia, come sottolinea la stessa indagine, quella dimensione di tempo (e spazio) “non protetto” è un luogo vitale di sperimentazione, in cui i bambini e gli adolescenti rielaborano un proprio codice normativo di riferimento, sintetizzando le norme e i valori appresi: il “tempo autogestito” del gruppo di pari assume quindi un’accezione propositiva di uno spazio di crescita, di consapevolezza e di responsabilità.
La necessità di superare l’impostazione protettiva e gestionale del tempo adolescenziale, e in qualche modo anche di quello infantile, è sostenuto anche dalla psicoanalista Laura Pigozzi, che nel libro Mio figlio mi adora – Figli in ostaggio e genitori modello, denuncia la tendenza allarmante di concepire il nucleo familiare “come nido inclusivo ed esclusivo”, fondato “sul legame biologico piuttosto che su quello sociale”. 

"Giorno di neve" di K. Saki.
Giorno di neve” di K. Saki.

Cosa c’entra tutto questo con la letteratura per l’infanzia?
Essa ha la capacità di sintonizzarsi sulle esigenze bambine, restituendo storie che possano stemperare le istanze educative, certamente irrinunciabili, bilanciando i valori di securitas pedagogica con forme letterarie all’insegna della curiositas.
Se l’educazione ha il compito di perpetuare l’ordine sociale e di indirizzare le giovani menti alle forme della civiltà, la letteratura per l’infanzia ha quello di trasgredire (e talvolta sovvertire) i limiti e le pareti del conosciuto, esplorando l’altrove fantastico, misterioso, disturbante e muovendosi dal bisogno infantile di evadere e curiosare. 

La sospensione esistenziale dei bambini

La seconda interpretazione del “bambino alla finestra” ha natura allegorica: la ricorrenza di questa immagine nel genere letterario universale di cui si sta discutendo, esprime con delicatezza la metafora dell’alterità infantile rispetto alla fattezza adulta.

"Bambini acquatici" di C. Kingsley.
Bambini acquatici” di C. Kingsley.

Nei racconti per bambini infatti, essi vengono spesso rappresentati come creature sospese tra due mondi: quello umano e quello naturale, selvatico.
Il Pinocchio di Carlo Collodi (1883) ne è un esempio calzante: un bambino di legno in fuga costante che porta nel corpo l’antica memoria vegetale, quella arborea. Anche Peter Pan nei giardini di Kensington di James M. Barrie (1906), sancisce la duplice appartenenza infantile nella forma di un bambino-uccello, che guarda caso si rifiuta di crescere e diventare adulto.

E ancora, il meno conosciuto Bambini acquatici. La magica avventura di un bambino terrestre di Charles Kingsley (1863), dove il protagonista cade in un fiume per poi essere tramutato in una creatura d’acqua; o l’esempio contemporaneo de Il principe tigre di Chen Jiang Hong (2005), dove il figlio neonato dell’imperatore viene donato alla tigre per placare la sua rabbia famelica, provocata dall’uccisione dei suoi cuccioli da mani umane. Wen, il protagonista, viene adottato dalla tigre, sanando così lo strappo tra civiltà e animalità. 

"Il principe tigre" di C. J. Hong.
Il principe tigre” di C. J. Hong.

Anche in questo caso, gli esempi citati sono solo illustrativi di una tematica dorsale della letteratura per l’infanzia, che offre la possibilità di intraprendere viaggi inauditi, dando contenimento simbolico alle paure,  alle aspirazioni, alle inquietudini e ai desideri infantili spesso taciuti e ignorati dagli adulti. Il mostruoso e il terribile popolano l’immaginario sin dagli esordi del genere in questione, ovvero le fiabe: lupi e diavoli, pericoli e violenze sono serviti ai bambini per esorcizzare le angosce di un mondo interiore estremamente complesso.

E quindi?

Questo vuol essere un umile invito a lorsignori adulti, che in questa condizione di pseudo quarantena fossero alla disperata ricerca di evasione dallo spazio fisico e mentale delle quattro pareti di casa, ad affidarsi ad un genere letterario consolidato nell’offerta di tale onorato servizio: scoprirebbero così la trasversalità dei temi trattati, la qualità poetica di testi a volte delicati e a volte fendenti, l’eleganza complessa di illustrazioni d’artista e, infine, avvincenti vie di fuga spaziotemporali di rilevante interesse per la specie adulta.


Per reperire bibliografie:

Per altri approfondimenti teorici:


Altri articoli che potrebbero interessarti:

Lascia un commento